Pensieri

Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.


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Residenze secondarie, voto e due modi di dire

Sono molto contento del voto svizzero della scorsa settimana perché rappresenta uno STOP molto più grande della questione del 20% che dovrà trovare una soluzione assai migliore e applicabile.

Quel NO significa che siamo stufi dei costruttori-cementificatori-asfaltatori ad ogni prezzo e costo e che nulla pensano del valore della Svizzera, del suo territorio. Un territorio che va protetto, lasciato ai prossimi anni e storia, certo costruendo, ma con senso e senno.

In Engadina uno dei papà delle famiglie potenti parlava sempre di costruire con senno, di pensare ad un guadagno nel medio termine e rammentare che la bellezza della valle fosse un patrimonio irripetibile. Oggi il figlio di quel costruttore cementifica ovunque, a domanda risponde che i suoi figli non vogliono rimanere lì e lui andrà a Marbella. Dunque far soldi e poi degli altri chi se ne frega. Stesso vale per un noto ristorante della regione che per anni ha avuto la stessa gerenza e poi arrivati gli eredi che ne hanno raddoppiato la pigione ha cambiato le persone molte volte.

Questo è un mondo che non pensa sempre più di frequente al lungo periodo, ma alla rapina da topo del breve.

Gli svizzeri - che sanno essere saggi e lungimiranti - non hanno votato solo contro le residenze secondarie, ma contro quel rampantismo per il quale a Lugano si abbattono case storiche per palazzi orrendi nuovi in riva al lago di qualche milionarios. Quando la sera passate da Palazzo Mantegazza vedete mai luci accese ? Poche, ma le volumetrie del gigante a lago le sentite nelle ossa. E a St. Moritz come si fa a pagare 30.000 franchi un metro quadro di un cesso in cemento e acciaio a lago ?

Ma poi quando i ragazzi semplici - non i riccones - vogliono sposarsi come fanno a St. Moritz o Lugano ? Non possono trovare casa, devono andare via perché di edilizia popolare e per la gente normale non si parla mai.

La Svizzera, paese solidale, ha detto no anche per questo.

Chi semina vento raccoglie tempesta: cari sindaci vicini all'edilizia, cari costruttori famelici e con visione corta il voto arrivato è solo vostro.

Chi troppo vuole nulla stringe: la Svizzera ha costruito la sua storia su mediazione delle parti, sul compromesso, sulla concordanza. Vedere solo ricchi incolti per le nostre strade e in case che solo loro possono comperare sta spaccando questo modo di essere Svizzera, il referendum è il luogo in cui essa ricompare vigorosa.

Ed è solo l'inizio di una spaccatura che si sente profonda.