Pensieri

Forse la parte più intima del mio sito, mi permetterò qui di scrivere pensieri intimi, divertiti o malinconici, di colore o acidi, a seconda dell'umore del giorno e dell'attimo. Non esattamente un diario, forse meglio dire un luogo ove appoggiare alcuni post-it di me.


Pensieri

Un viaggio in auto di qualche giorno

Mi piace viaggiare in auto in Germania e non tanto per la mancanza di limiti di velocità, peraltro oramai assai ridotti rispetto ad una volta. Mi piace perché gli automobilisti sanno che stare sulla corsia più a destra non sia una vergogna o qualcosa da non raccontare ai parenti, perché quando superano mettono la freccia per uscire e subito dopo rientrano, perché le corsie sono larghe, perché banalmente sono spesso educati.

Mi fermo in una stazione di servizio, fa freddo, chiedo un buon caffé e un ragazzo kosovaro me lo prepara. E' sorridente, scambiamo due parole, mi dice che tutto va bene nella vita piuttosto che rivedere e rivivere situazioni che ha osservato fin da ragazzo. Mi fa il caffé con impegno, bicchiere d'acqua, cioccolatino. Mi spiega pure che sia bello come mestiere perché vede persone di ogni tipo, certo non sempre facile, ma pensa che il buono sia più grande del cattivo. Solo che il cattivo si vede.

La televisione dell'albergo dove mi fermo funziona male, arriva un giovane sorridente in camera, è ceco, lo avevo capito dal fatto che i menu dei due televisori fossero entrambi nella strana lingua, mi dice che sta bene è contento, ha un lavoro, si mangia, potrebbe anche fare carriera se si comporta bene e lavora sodo. Anche lui mi dice non sia sempre facile, ci siano persone maleducate ovvio, ma nel suo volto vedo bene il sorriso di chi spera, specie in un futuro migliore.

Faccio benzina e pago ad una ragazza turca, bella, sorridente, accogliente: mi dice di essere stanca, molto, che a volte i turni siano pesanti e male coordinati. Almeno ha un lavoro, qualche progetto e speranza pure lei, mi dice che sorridere fa parte del mestiere senza dubbio, anche quando non le andrebbe, con semplicità afferma che senza clienti non avrebbe una paga e dunque ogni cliente è cliente. Le sorrido ed esco.

Vado al castello di Solitude sopra Stoccarda (la foto che vedete nella pagina) è una giornata fredda e pungente. Osservo questa area di verde e il potere che questa regione esprime: Mercedes, Porsche, Bosch solo per citare i primi tre marchi che mi vengano in mente. Si sentono parte di un perché e di una storia gloriosa, vengono da una guerra che li aveva annientati, sono tosti, chiari e forti come nulla fosse passato sopra le loro teste. Le loro auto vendono in ogni dove del mondo, hanno sbaragliato la concorrenza. Sono ospite sia al museo Porsche che a quello Mercedes, osservo come siano fatti i cartellini, le luci, il modo di disporre gli oggetto o di narrare una storia, i sorrisi e l'accoglienza di ogni singolo collaboratore. Penso ai nostri musei, Maranello ad esempio.

Faccio prima colazione in albergo, un giovane cameriere tedesco in formazione marcia avanti e indietro per scrutare che mai sui tavoli resti qualcosa di sporco o lasciato lì da qualche cliente. Con rapidità e gentilezza rimuove resti di brioche, yogurt abbandonati e caffé mal bevuti. Sorride. Mi spiega che questo sia il suo compito, ma che non sia difficile perché a casa anche la sua mamma fosse assai precisa. E poi, conclude, è più bello vedere un tavolo pulito e in ordine. Come dargli torto ?

A fianco a me mangiano 4 cinesi: brutti, sbattono la bocca, uno fa un rutto, mangiano come animali. Li guardo: loro sono il potere che avanza e ci governerà. 

Un bel viaggio di pensieri e riflessioni, oltre che di lavoro. Di cui su tutti porto con me il senso profondo del rispetto che il lavoro merita, e così i clienti e così in generale gli altri. Pensare che in Italia oltre il 40% di ragazzi non ne abbia uno e che oltre due milioni non lo cerchino nemmeno mi fa pensare come ciò sia una vile ingiustizia da un lato, voglia di comfort magari dall'altro.

Pensare come per pochi soldi il Ticino svenda il suo tessuto sociale con la scusa di stipendi bassi e 50enni da rottamare mi fa molto male. La Svizzera dal ventre molle politico sta andando a poco a poco nelle braccia perfide di una burocrazia europea che nulla ha a che vedere con un afflato europeista.

Se la Germania le sta suonando a molti non è davvero un caso.

Noi consoliamoci nel dire che siano grigi e sgobboni, tanto ci sorpassanno lo stesso.