Predicare bene e razzolare male è un detto antico che spesso mi suona nella testa.

Io credo di avere una buona lettura del tempo, delle cose e delle persone. Spesso ne codifico il centro, il punto, ne vedo la soluzione, spero anche di sapere trovare le parole adatte per narrarlo senza ferire. Il mestiere che svolgo mi ha donato una visione privilegiata.

E qui si apre il mio dubbio: nella mia vita ha commesso errori micidiali, incongruenze ferenti, azioni non sempre condivisibili, in mezzo ad altre degne invece.

Dunque posso parlare o dovrei stare zitto e curare i miei difetti ? Dovrei tacere quanto ho appreso sulle mie ferite e sangue mettendolo a disposizione pur certo non essendo capace io di migliorare e amarmi quanto dovrei ?

Non so mai che rispondere a questo quesito perchè la pulsione che mi alberga nel cuore è che nessuno abbia a passare certi momenti che ho attraversato e, in fondo dentro me, mi domando se abbia senso privare gli altri di questa esperienza, sensibilità e vissuto.

Però è vero, a volte varrebbe la pena stare zitti non foss'altro che per comunicare di sapere di essere in difetto e non cadere nel pontificare.

Sul blog spesso scrivo di me nudamente, questa è davvero una domanda che mi risuona dentro da anni cui non trovo sufficiente soluzione.

Sono un gallinaccio, non nel senso di fungo.