Strategia

Molti pensieri e molte idee, spesso decisioni sentite e sofferte, volute e ponderate. Il tutto deve avere un inquadramento, una situazione ed un senso vero che vada in direzione del medio periodo. Magari con compromessi parziali rispetto al presente. La strategia della comunicazione e della leadership sono temi centrali della mia professione e della mia attività di consulente, con una dinamica fortemente correlata ad altri settori della professione quali marketing, psicologia, comunicazione, pubblicità, lobbying istituzionale, pubbliche relazioni ed eventi. L'elenco è certamente lungo.


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Il senso della misura, i bilaterali

Ogni giorno si legge di bilaterali e ieri addirittura se ne è occupato il Corriere della Sera.

Tutto sta accadendo solo per una ragione primaria: la pochezza della politica che non sa decidere, agire e prevedere per la semplice ragione che a livello europeo - mica solo svizzero - esprimiamo personaggi di bassa levatura politica e intellettuale, siamo contornati da mediocri mentre gli uomini e donne migliori restano nelle professioni, nelle aziende, in altri ambiti.

Il Canton Ticino ha sempre avuto bisogno di circa 35.000 frontalieri, nell'industria, nel commercio, nella salute pubblica e via dicendo. Questo numero non ha mai creato tensioni o negatività particolari.

Ora sono quasi 55.000 e presto 60.000 e il fattore di disagio è che siano nei servizi, nel terziario. E' orrendo assistere all'avvocato rampante del centro di Lugano che assume la ragazza di ufficio a 2500 franchi lordi rinunciando alla sua segretaria ben più chiara e svizzera o residente. Mica lo fa per necessità, è ingordigia.

Tristezza quando un'azienda del Mendrisiotto assume in stage giovani laureati del Politecnico di Milano a 1500 franchi mese e rinuncia a prendere apprendisti che costano uguale e creano lavoro. Lo fanno per denaro, se ne fottono della visione di dare un futuro ai giovani.

Amareggia sentire nel pieno centro di Lugano una società di costruzioni edili con capitale svizzero ma in pratica emanazione di azionisti italiani affermare "ahò sti svizzeri ronfano, je facciamo noi er culo, poi quando se accorgono i sordi li abbiamo già fatti, lo sai che al cantone nun capiscono". Certo hanno comperato una Porsche e avranno una casa a Lugano, ma quale cultura e profitto ci portano davvero ?

Uccide vedere 140 telefonisti pagati in Euro in giro per Chiasso a litigare con il negoziante sul cambio franco-euro e che non lasciano praticamente nulla sul territorio, sia a livello di spesa che di poche imposte alla fonte. Ma quanto ci costano per inquinamento del sedime e del territorio ?

Parliamo di padroncini: ma chi li chiama ? chi dà lavoro ad essi ? I privati ticinesi che urlano all'invasione italiana in pubblico e ne godono nel privato il vantaggio economico miope e di breve durata.

C'è molto casino in giro e presto qualcosa accadrà, la Lega lo capisce e lo cavalca ancora una volta dilatando in modo pretestuoso un buco che però esiste davvero.

Per Berna siamo carne da macello è chiaro, o meglio "quantité negligable": provate a pensare come ci trattano sul Gottardo, sugli asilanti. Forse è pure colpa nostra e della sindrome del piagnisteo, ma il solco si sta divaricando.

Mi sento vecchio quando scrivo queste cose, molto vecchio, eppure ho solo 50 anni. Ma mi sembra così strano le cose siano così palesi e visibili che servano USI e SUPSI per renderle opacizzate o prendere tempo.

Ci vuole misura e senso dello stato: i bilaterali non sono tutto male, ma far finta di niente o attendere ancora li renderà mortali.

Vedrete.