Strategia

Molti pensieri e molte idee, spesso decisioni sentite e sofferte, volute e ponderate. Il tutto deve avere un inquadramento, una situazione ed un senso vero che vada in direzione del medio periodo. Magari con compromessi parziali rispetto al presente. La strategia della comunicazione e della leadership sono temi centrali della mia professione e della mia attività di consulente, con una dinamica fortemente correlata ad altri settori della professione quali marketing, psicologia, comunicazione, pubblicità, lobbying istituzionale, pubbliche relazioni ed eventi. L'elenco è certamente lungo.


Strategia

Una storia di ordinaria Grande Distribuzione

I fatti che narro sono totalmente veri, li debbo solo camuffare per evitarmi una denuncia e problemi.

Dunque una catena svizzera di grande distribuzione compera su per giù 40 anni un certo frutto o verdura sempre da tre distributori e in nome di un mandato morale, etico e valoriale i tre sono in tre regioni linguistiche della Confederazione. Anche la cifra d'affari in qualche modo sviluppata corrisponde ad uno splitting della popolazione delle tre regioni linguistiche. Nel fare ciò i tre fornitori sono sempre competitivi per servizio, qualità della merce fornita, prezzo praticato e pronti specie negli ultimi sei anni a continuamente abbassare i prezzi di vendita pur di restare fornitori dell'azienda di distribuzione svizzera. Un esempio: una volta i camion potevano arrivare a scaricare al distributore in porzioni della giornata, oggi devono avere la prenotazione nei 20 minuti e essere lì puntuali sennò colonna e si perdono ore preziose. Neve o pioggia per la Grande Distribuzione sono solo problemi dei fornitori.

La stessa Grande Azienda inizia a spiegare nell'ultimo anno che dovrà cambiare, in primis perché "sono i consumatori a farci pressione". Accade pure che nell'aria dopo una storia lunga e di successo in questa azienda la voce "Denaro e Guadagno" abbiano preso un valore più grande degli altri che componevano la decisione di acquisto.

Alla fine il più piccolo dei tre viene chiamato e con preavviso di 90 giorni gli viene comunicato - dopo 40 anni o giù di lì - che non sarà più fornitore (per questa azienda la catena rappresentava circa il 30% della cifra d'affari).

All'imprenditore viene pure detto con chiarezza:

  • non si tratta di un problema di qualità, anzi tra le tre l'azienda scartata era la seconda e non l'ultima
  • è l'azienda però più piccola e dunque conviene mandarla a mare perché i suoi quantitativi saranno passati alle rimanenti due, cui sarà possibile spremere prezzi migliori in virtù del maggiore acquisto
  • la scelta è solo per denaro, sconti e semplificazione burocratica.

La domanda che io mi pongo dentro alla mia indignazione è: ma davvero è questo il mondo che vogliamo ? è davvero questo il sistema dei valori con cui vogliamo invecchiare - noi - e far vivere i nostri figli ? quando troveremo la capacità di boicottare e reagire finalmente ala strapotenza del denaro quale parametro primario di giudizio e di decisione ? come faremo a ritrovare imprenditori e direttori capaci di assumere anche un mandato morale e etico della loro professione ?

Mi sento solo, moralista, utopico e sognatore.

Voglio fortemente voglio restare così, con le mie contraddizioni, a volte con le mie incapacità di essere come vorrei essere, ma almeno con gli occhi aperti e non solo il carrello nel culo.